Modello – Giorno Sussidio

Quinto giorno – 20 dicembre 2025

Come Maria, servi della Parola

Meditazione e preghiera comunitaria

G: Maria è tutta parola di Dio prima ancora che il Verbo venga ad abitare in lei fisicamente. Il Padre, prima di generare in lei il Verbo, l’ha generata nel Verbo perché potesse accogliere il Verbo. L’ha fatta verbo nel Verbo. Maria è tutta rivestita della Parola di Dio, per questo è l’Immacolata! Come il Verbo è lo splendore del Padre, così Maria, fatta parola di Dio e accogliendo la Parola di Dio, riflette lo stesso splendore, la stessa bellezza del Verbo. La Parola di Dio che la raggiunge nell’annuncio sorprendente dell’angelo cade, dunque, in un terreno fertile che sa accoglierla con fede. «Alla Vergine nutrita dalle Scritture il messaggero divino parla il linguaggio delle Scritture». Poiché è «intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata», ricorda Benedetto XVI

Vergine nutrita dalle Scritture il messaggero divino parla il linguaggio delle Scritture». Poiché è «intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata», ricorda Benedetto XVI.

Saluto del celebrante

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.!

C. La grazia e la pace di Cristo,
Figlio di Dio e della Vergine Maria,
nato dalla stirpe di Davide,
sia con tutti voi

T. E con il tuo spirito.

Canto delle Profezie e dell’Inno a pagina …

Momento di ascolto

1L: Lettura Breve

1 Ts 5, 23-24

Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!

2L: Dalla Lettera Apostolica In Unitate Fidei, nel 1700° anniversario del concilio di Nicea, di Papa Leone XIV. (n. 6)

Per esprimere il suo messaggio nel linguaggio semplice della Bibbia e della liturgia familiare a tutto il Popolo di Dio, il Concilio riprende alcune formulazioni della professione battesimale: «Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero». Il Concilio riprende poi la metafora biblica della luce: «Dio è luce» (1Gv 1,5; cfr Gv 1,4-5). Come la luce che irradia e comunica sé stessa senza venire meno, così il Figlio è il riflesso (apaugasma) della gloria di Dio e l’immagine (character) del suo essere (ipostasi) (cfr Eb 1,3; 2Cor 4,4). Il Figlio incarnato, Gesù, è perciò la luce del mondo e della vita (cfr Gv 8,12). Attraverso il battesimo, gli occhi del nostro cuore vengono illuminati (cfr Ef 1,18), affinché anche noi possiamo essere luce nel mondo (cfr Mt 5,14).
Il Credo, infine, afferma che il Figlio è «Dio vero da Dio vero». In molti luoghi, la Bibbia distingue gli idoli morti dal Dio vero e vivente. Il vero Dio è il Dio che parla e agisce nella storia della salvezza: il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, che si è rivelato a Mosè nel roveto ardente (cfr Es 3,14), il Dio che vede la miseria del popolo, ascolta il suo grido, lo guida e lo accompagna attraverso il deserto con la colonna di fuoco (cfr Es 13,21), gli parla con voce di tuono (cfr Dt 5,26) e ne ha compassione (cfr Os 11,8-9). Il cristiano è quindi chiamato a convertirsi dagli idoli morti al Dio vivo e vero (cfr At 12,25; 1Ts 1,9). In questo senso, Simon Pietro confessa a Cesarea di Filippo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).

Insieme: Stillate, cieli, dall’alto, le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. (Cf. Is 45,8)